Per Ahmadinejad la Shoah è un'invenzione antitedesca
nuove dichiarazioni negazioniste del presidente iraniano
Testata: La Repubblica
Data: 29/08/2006
Pagina: 7
Autore: Alberto D'Argenio
Titolo: Ahmadinejad scrive alla Merkel "Olocausto, un falso contro i tedeschi"
BRUXELLES - L´Iran e la Germania si dovrebbero alleare contro i vincitori della seconda guerra mondiale che da sessant´anni usano l´Olocausto come «alibi» per tenere sotto il giogo il popolo tedesco e quelli delle altre nazioni sconfitte. La proposta potrebbe apparire fantascientifica, ma il fatto che ad averla scritta sia il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, in una lettera alla Cancelliera Angela Merkel, rende la faccenda molto seria. Al punto che Berlino per mesi ha tenuto nascosti i contenuti della missiva, svelati ieri da Teheran, limitandosi a dire che non avrebbe risposto alla (allora non meglio precisata) proposta iraniana. E non è un caso che la presidenza della Repubblica islamica abbia deciso proprio ieri di divulgare al pubblico il testo della lettera. In parallelo, infatti, è stato annunciato che l´11 dicembre nella capitale iraniana prenderà il via un seminario internazionale proprio sull´Olocausto, ripetutamente bollato come «una leggenda» dal presidente Ahmadinejad, organizzato dal Centro per gli studi politici e internazionali del ministero degli esteri iraniano. Scopo della manifestazione, a detta dei responsabili, l´approfondimento della conoscenza degli «aspetti nascosti della questione politica più importante del XX secolo». Un modo, insomma, per continuare a sostenere la tesi dell´inesistenza dei campi di concentramento.
L´Iran, dunque, continua a preoccupare la comunità internazionale, che proprio in questi giorni attende la risposta di Teheran (scadenza il 31 agosto) sull´offerta avanzata a luglio dal Consiglio di sicurezza dell´Onu sulla rinuncia al programma nucleare avviato da Ahmadinejad. Presa di posizione che potrebbe arrivare proprio oggi, dopo mesi di tira e molla e annunci ambigui, visto che il presidente iraniano terrà una conferenza stampa dedicata al suo «responso ufficiale». Si tratta di un passaggio cruciale per le relazioni tra l´occidente e la Repubblica islamica, anche se ieri lo stesso Ahmadinejad è stato protagonista di una delle ormai consuete sparate sul dossier: «La nazione iraniana ha preso la sua decisione e non tornerà indietro, ha appena iniziato il suo movimento scientifico e tecnologico e non intende arrendersi né accettare compromessi di fronte alle minacce».
Ieri, sullo scenario più generale, si è fatto sentire anche Jacques Chirac. «Tutti possono vedere - ha affermato il presidente francese - che in Medio Oriente le linee di frattura si ricongiungono e le crisi si moltiplicano». Per l´Eliseo «l´interminabile conflitto israelo-palestinese», così come «l´instabilità in Iraq e le tensioni nel Golfo» devono trovare una soluzione complessiva pena il «divorzio» fra occidente e Islam.
L´argomento iraniano sarà affrontato anche al vertice informale dei ministri degli Esteri dell´Ue in programma per venerdì e sabato a Lappeenranta, in Finlandia, come ha ricordato ieri il titolare della Farnesina Massimo D´Alema. Al momento la diplomazia europea è in attesa della risposta iraniana e non è quindi possibile prevede quali saranno gli esiti del dibattito. Quel che è certo, invece, è che Javier Solana - rappresentante per la politica estera europea che a luglio aveva recapitato a Teheran l´offerta del Palazzo di vetro - è in costante contatto con il negoziatore capo iraniano Ali Larijani. Proprio quest´ultimo ieri ha detto che Teheran è disponibile a parlare a livello di ministri degli Esteri con tutti i paesi del gruppo "5+1". Gruppo al quale, parole di D´Alema, anche l´Italia dovrebbe entrare a far parte. E la questione potrebbe essere esaminata al vertice europeo del prossimo fine settimana, in cui Roma, tra l´altro, potrebbe sfruttare l´ottima considerazione di cui gode dopo il successo diplomatico legato all´invio della forza Onu in Libano. Intanto ieri il portavoce del ministero degli Esteri francese ha commentato la richiesta sottolineando che tutti i paesi europei, «in prima fila l´Italia», sono «regolarmente informati e consultati» sul nucleare iraniano. Una presa di posizione ambigua, visto che lo stesso D´Alema aveva parlato di «diritto ad essere consultati» sulle trattative. Ad ogni modo il dossier Iran è destinato a diventare sempre più caldo, al punto che ieri Ehud Olmert, premier israeliano, ha dichiarato che Gerusalemme «si deve preparare alla minaccia che rappresenta l´Iran e il suo presidente». rubrica.lettere@repubblica.it