Manifesto antisemita: se l'Ucoii non lo condanna deve lasciare la Consulta
un editoriale di Khaled Fuad allam
Testata: La Repubblica
Data: 29/08/2006
Pagina: 1
Autore: Khaled Fuad Allam
Titolo: Il rifiuto inaccettabile

Da La REPUBBLICA del 29 agosto 2006:

Una riunione durata poco più di due ore, convocata dal nostro ministro dell´Interno che si trova ad ereditare una consulta islamica i cui membri sono stati scelti dal suo predecessore; un´esperienza già avviata in altri paesi europei, ma che comunque rimane difficile e complessa per la semplice ragione che non esiste una chiesa nell´Islam, e che mettere d´accordo i musulmani fra loro è una delle cose più difficili del mondo, soprattutto quando si tratta di un Islam della minoranza, diasporico, che deve costruire e definire un´inedita relazione con l´occidente e, caso per caso, con i paesi nei quali esso si sta formulando. Certo, l´esperienza italiana è appena agli inizi: ma sono bastati pochi mesi per far entrare la consulta in una zona di turbolenza.
Fino alla crisi di ieri provocata dall´inaccettabile manifesto antisemita dell´Ucoii. Come si sa, l´Ucoii e il suo presidente Nur Dachan, attraverso un manifesto a pagamento pubblicato su alcuni quotidiani italiani, aveva paragonato il comportamento di Israele a quello dei nazisti. È in seguito a questo episodio che il ministro Amato ha convocato la consulta. Quale strategia adottare per evitare episodi come quello appena avvenuto, e che fare nei suoi confronti se persiste in simili atteggiamenti? Di più: è compatibile un´organizzazione che pubblica manifesti antisemiti con la consulta?
Attraverso la questione dell´Ucoii si pone infatti il problema della legittimità della consulta, dal momento che i suoi membri sono stati nominati e non eletti. In alcuni paesi si è scelto il criterio numerico, che non sempre si rivela adeguato in quanto va a scapito dell´autorevolezza. E il caso italiano è eclatante a riguardo: l´Ucoii, che è la più importante associazione dal punto di vista numerico, risulta la meno autorevole, se se ne valutano comportamenti e tendenze. La riunione ne è stata una conferma: se all´inizio si è parlato dell´assoluta necessità di una carta dei valori in cui vengano affermati i princìpi dei diritti civili, dei diritti dell´uomo, dell´uguaglianza fra uomo e donna, della lotta contro le discriminazioni, alla fine della riunione Pallavicini – membro del Coreis – ha posto la questione centrale: la posizione della consulta sul manifesto dell´Ucoii. Il ministro Amato ha chiesto se tutti fossero d´accordo nel condannare il manifesto, ma Dachan ha risposto negativamente; gli è stato chiesto di firmarlo a titolo personale, ma ha nuovamente rifiutato perché «non avrebbe mai fatto marcia indietro su quel documento», sebbene inizialmente egli avesse criticato il documento nella forma definendolo un «errore di comunicazione». L´Ucoii rimane dunque sulle sue posizioni: ed è evidente che ciò, oltre a lasciare una macchia sulla consulta, provoca una rottura insanabile. È infatti un comportamento inaccettabile che porta a un´unica conclusione: l´esclusione dell´Ucoii dalla consulta.
La convivenza non può che nascere da valori affermati con chiarezza e condivisi senza ambiguità: il bando dell´antisemitismo ne è un capitolo fondamentale. Non si può recedere da questo punto. Il criterio attraverso il quale si formula un consenso non è il criterio della potenza numerica, ma quello dell´autorevolezza dei principi che saranno elencati nella futura carta della consulta.

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