Perchè a Nevè Shalom e non a Sderot ?
L'irresponsabilità pacifista non ha confini
Testata: La Stampa
Data: 24/06/2006
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: "Israeliani, buttate giù il muro"

Dopo gli applausi del MANIFESTO e del RIFORMISTA, un'accoppiata che fa riflettere (si veda IC di ieri 23 maggio 2006), esce sulla STAMPA una corrispondenza di Fiamma Nirenstein sul concerto di Roger Waters  a Nevè Shalom. Morale: i pacifisti sono i migliori alleati di coloro che vogliono distruggere la democrazia. Sotto qualunque cielo, anche israeliano. Domanda: perchè non hanno organizzato il concerto a Sderot, la città sempre sotto attacco del missili Kassam ?

Ecco l'articolo:

GERUSALEMME
La direzione è la pace, o una guerra ancora più aspra? La visione del futuro è disturbata da fate morgane e rumori di fondo. Nella serata di giovedì, la stessa dei baci fra Olmert e Abu Mazen, l’autostrada da Gerusalemme a Tel Aviv, principale arteria del Paese, è rimasta bloccata per ore da una coda di auto diretta al kibbutz di Neve Shalom, centro permanente di iniziative pacifiste dove arabi e israeliani convivono.
Una folla di almeno cinquantamila persone si è rovesciata sul prato in cui era stato allestito il concerto di Roger Waters, l’ultrasessantenne superstite dei Pink Floyd, che fra una canzone e l’altra ha raccontato alla folla di quando, a 17 anni, ha vissuto presso una famiglia libanese: «Mi ospitarono a Beirut, e questo ha cambiato la mia vita», ha detto misteriosamente. E poi per spiegarsi ha aggiunto: «Occorre che questa generazione di israeliani vada a buttar giù il muro (ovvero il recinto di separazione ndr) e faccia pace con i vicini». Non ha aggiunto che sarebbe benvenuta una generazione di palestinesi senza cinture di tritolo e senza Kassam, ma la folla ha applaudito comunque; poco lontano, approfittando della distrazione di Waters, Hamas aveva in preparazione tre Kassam, che sarebbero poi piovuti, di nuovo, sulla cittadina di Sderot.
E sempre ieri, a seguito dell’abbraccio fra Olmert e Abu Mazen, una dichiarazione ufficiale di Hamas stabiliva che era «bizzarro e peculiare» che il presidente dei palestinesi incontrasse «il rappresentante dell’entità sionista» proprio in tempi di così duro scontro. L’attacco di Hamas - attraverso il portavoce Salah Bardawi - è stato poi esteso al re Abdullah di Giordania, sempre per aver ospitato i cittadini della medesima «entità».
Nel frattempo, tuttavia, Hamas conduce colloqui con Abu Mazen, e ambedue sembrano sperare in una tregua che eviti il referendum del 26 luglio. Hamas sa che in questo momento il mondo ha messo in mano a Abu Mazen molte carte in grado di restituire i mezzi di sopravvivenza alla popolazione, e sentono che è cresciuto nella considerazione popolare. Abbas, da parte sua, ha seguitato a chiedere che si ponga fine al lancio dei Kassam, ma non ci riuscirà senza l’uso delle milizie del Fatah.
Al momento i gruppi armati sono impegnati in uno scontro di potere, e non appaiono interessati alle richieste di Israele per riprendere i negoziati. Le intenzioni del presidente dell’Autorità Palestinese e del Premier israeliano sarebbero di andare a un incontro formale fra tre settimane. Olmert non vuole rischiare di uscirne soltanto con chiacchere destinate a essere vanificate dal governo di Hamas. Il desiderio del governo israeliano sembra quello di rinunciare al piano del ritiro unilaterale, dato che sia gli Usa che l’Europa chiedono la trattativa; d’altra parte Olmert non vuole vincolarsi a trattative inconcludenti con Abu Mazen. Il ministro della difesa Amir Peretz, in ogni caso, sta già trattando le compensazioni per i settler del West Bank che dovrebbero essere evacuati: visto cos’è accaduto a Gaza per sgomberare 8000 persone, Israele non vuole rischiare un dramma almeno grande dieci volte tanto.
E come combattere i Kassam, nel frattempo? Non aiutano, nel formulare una risposta, gli errori delle Forze Armate che hanno causato nelle ultime tre settimane la morte di tredici civili nel corso di operazioni antiterrorismo. Anche se sembra appurato che l’uccisione della famiglia Galia non sia stata provocata da Israele, anche se Olmert si è scusato varie volte per le vittime civili, pesa sull’areonautica la questione del perchè tanti errori in così poco tempo, e se le eliminazioni mirate restino una buona arma. Al momento gli esperti sostengono che per fermare i Kassam ci sono tre modi: il bombardamento dei territori aperti dove si posizionano i lanciarazzi, ma dopo l’episodio della spiaggia, l’artiglieria è stata bloccata; l’ingresso di truppe di terra dentro Gaza, ma questo porterebbe a un numero molto maggiore di perdite sia fra palestinesi che israeliani e a guai politici che Olmert vuole evitare; l’uso dei missili su obiettivi precisi e strategici azionati con il telecomando dagli aerei, ma che oggi si ritiene una possibile causa di errori. Di fatto, i missili terra-aria sono rimasti l’unico strumento contro i Kassam, che seguitano a fare di Sderot una città disperata. Il capo di stato maggiore ha nel frattempo ordinato un’inchiesta sulle cause degli errori, e Peretz ha chiesto di sospendere ogni azione se ci sono civili nei dintorni. Roger Waters sarà soddisfatto?

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