L'incontro tra Olmert e Abu Mazen può aprire una strada
l'analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: La Stampa
Data: 23/06/2006
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: Baci tra Olmert
Da La STAMPA del 23 giugno 2006:  

Due baci. L’uno nelle braccia dell’altro, il primo ministro di Israele Ehud Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen, due sorrisi stupìti su due facce stanche. Un’immagine sorprendente di quanto ancora fra Israele e palestinesi persista una sorta di invincibile eros, anche in tempi di Hamas al potere, anche dopo infinite delusioni. E poi, le mani di Ehud Olmert strette in quelle del re di Giordania Abdullah e sopra in segno di benedizione quelle di Abu Mazen. Cos’è? Cosa abbiamo visto? Forse nulla, forse è il fantasma corroso e stanco di un vecchio desiderio ormai coperto da una quantità di nuvole. Eppure, si sono baciati, e non ce n’era bisogno, anzi, avrebbero avuto interesse a trattarsi freddamente. Pensiamo allo sfondo: i missili Kassam piovono sul Sud d’Israele, la gente vede i bambini in continuo pericolo, Sderot ha già perso cinque persone. La gente è furiosa, chiede le maniere forti.
Abu Mazen è, a fronte del referendum previsto per il 26 luglio, preso in un giuoco mortale con Hamas; e in queste ore Hamas ha buon giuoco nel chiamare al rifiuto del colloquio con Israele, perché durante le operazioni di eliminazione mirata dei terroristi dei Kassam l’esercito israeliano ha compiuto una quantità di errori, e troppi civili, fra cui bambini, sono rimasti uccisi.
Nessuno dei due uomini politici ha niente da guadagnare da quei baci, ed è per questo che potrebbero aprire una strada. Perché due leader sono tali quando hanno coraggio. Olmert ne ha avuto tanto, si è scusato per le uccisioni dei civili, e questo non piace a chi soffre. Il premier sa però che può contare oggi sulla crisi di coscienza che si crea in Israele se un bambino muore e soprattutto sulla decisione sancita dalle elezioni di procedere a eventuali rinunce.
Per Israele, la pace è un valore. Abu Mazen, che però non si è scusato per i Kassam, pure ha più volte dato ordini (inutili) di fermarli, ha più volte espresso il suo dissenso dal fine di Hamas di cancellare Israele. E poiché è un consumato politico che vive fra spari e scoppi, e le cui milizie fanno morti e feriti come quelle di Hamas, c’è da pensare che quei baci possano esprimere una sua decisione di agire contro il terrore, e una percezione, forse, che i palestinesi hanno dubbi su questo impossibile Hamas che rende il suo popolo inviso al mondo, e lo rende affamato e negletto. Vedremo. Due baci, sono tanti.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Stampa lettere@lastampa.it