Non solo Castro
all'Ong di Donato di Santo, sottosegratrio agli Esteri, piacciono anche i terrositi dell'Fplp
Testata:
Data: 19/05/2006
Pagina: 0
Autore: Donato Di Santo
Titolo: Un grido d'allarme da Ramallah

Uno dei nuovi sottosegretari agli esteri è  Donato Di Santo, presidente della Ong "Movimondo".
Di seguito riportiamo  un articolo di propaganda antisraeliana pubblicato sul sito dell'ong:




http://www.movimondo.info/modules.php?name=News&file=article&sid=76

La tensione in Palestina è di nuovo tornata a livelli insostenibili e a
farne le spese sono anche i progetti di cooperazione e, naturalmente, i
cooperanti che se ne occupano. Compresi quelli di Movimondo, che il 15 marzo
scorso ci hanno inviato un'appassionata  lettera-testimonianza. Eccola.

Vi mandiamo alcune riflessioni dopo gli ultimi drammatici fatti di ieri in
Palestina.

Come saprete la situazione è precipitata dalle 10 di ieri mattina con
l'attacco da parte dell'esercito israeliano alla prigione di Gerico, in
Cisgiordania, dove erano detenuti circa 200 prigionieri palestinesi.
L'attacco è stato motivato dalla volontà dell'esercito israeliano di
catturare Ahmad Sadaat, leader del Fronte Popolare per la Liberazione della
Palestina e altri 5 leader dello stesso gruppo, detenuti a Gerico dal 2002
per l'uccisione del ministro israeliano Rehavam Ze'evi nel 2001 e sotto
tutela di osservatori inglesi e statunitensi.

Dopo venti minuti dal ritiro degli inglesi e americani dalla prigione ieri
mattina (dicono che se ne sono andati per il deteriorarsi delle loro
condizioni di sicurezza) è scattata l'invasione dell'esercito israeliano che
è proseguita violentemente per tutta la giornata. Così facendo inglesi ed
americani hanno completamente violato gli impegni assuntisi nel 2002, ed
hanno innescato una nuova ondata di violenza e rabbia nei confronti degli
internazionali in Palestina.

E' bene che si assumano le loro responsabilità su questo.

L'attacco alla prigione è l'ennesimo scandalo vergognoso perpetrato
dall'esercito israeliano. Un azione gravissima ed arrogante, umiliante e
violatoria degli accordi stipulati nel 2002. Certo Israele non è nuovo ad
ignorare trattati e accordi internazionali, ma l'arroganza,  l'impunità e
l'indifferenza con cui l'"operazione" di ieri si è consumata ha
dell'inverosimile. Eppure è vero. E' vero che i Palestinesi detenuti nel
carcere di Gerico sono stati costretti a sfilare nudi, alcuni anche bendati,
mentre i bulldozer buttavano giù parte dei muri di cinta ed i missili
venivano lanciati sul tetto dell'edificio. "Nessuna negoziazione - hanno
continuato a ripetere per tutta la giornata gli israeliani - o Saadat esce o
muore". E' bene ricordare che Saadat non è stato processato regolarmente da
alcun tribunale,  e benché l'ambasciatore di Israele a Londra abbia
dichiarato il contrario, ieri sera in una intervista alla BBC, questa è la
condizione di più della metà degli 8000 prigionieri palestinesi detenuti
nelle carceri israeliane.

La violenta reazione dei Palestinesi di Gaza contro il British Council, e
l'insofferenza nei confonti degli internazionali in tutto il West Bank
concretizzatasi con rapimenti lampo a scopo dimostrativo (risoltisi dopo
qualche ora), aprono nuovi scenari avvilenti e fanno scaturire riflessioni
tutt'altro che consolanti. La violazione impunita della legalità
internazionale di Israele, e l'arroganza con cui sottopongono i Palestinesi
a questi trattamenti, in questo momento anche cavalcando l'ondata
elettorale, è inaccettabile, e contribuisce in maniera prioritaria
all'inasprirsi delle relazioni, non solo a livello politico ma nel contatto
con la gente. Che cooperanti attivi a Gaza e presenti sul territorio da
anni, rispettati e difesi dalla popolazione, siano stati costretti a
scappare scortati dalla polizia armata è un fallimento su tutta la linea.
Che a noi in Cisgiordania  sia stato chiesto di rimanere chiusi in casa per
evitare spiacevoli incidenti è un altro fallimento. Che si parli di
necessità di evacuazione degli internazionali, seppure comprensibile è
drammaticamente avvilente, e prende letteralmente a calci la volontà di
dialogo e di lavoro comune.

A Ramallah ci sono tanti internazionali, e la situazione anche ieri, è
apparsa relativamente tranquilla.

Verso le tre e mezza di ieri abbiamo ricevuto una mail sul deterioramento
delle condizioni di sicurezza per il personale internazionale, proveniente
da AIDA (Association for International Development Agency) e della quale
abbiamo chiesto spiegazioni all'UTL (Unita' Tecnica della Cooperazione) di
Gerusalemme. Ci e' stato detto che per il momento la situazione è sotto
controllo. Più tardi, verso le 18.00, abbiamo parlato di nuovo con l'UTL che
ci ha informato di non uscire di casa e mantenerci prudenti. Ci è stato
detto anche che verremo prontamente informati qualora la situazione
richiedesse di spostarci a Gerusalemme.

E' l'ennesima pagina buia della storia palestinese. E' l'ennesimo scandalo
impunito. E' l'ennesima violazione arrogante della legalità internazionale.

Ma, onestamente, a chi fa comodo tutto questo? E per quanto tempo ancora
negli scenari globali sarà sostenibile?

Un abbraccio a tutti voi da Ramallah.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione di Movimondo

info@movimondo.org