Attacco alla libertà di espressione
chi pubblica le vignette attaccate dai fondamentalisti e chi no
Testata: Informazione Corretta
Data: 03/02/2006
Pagina: 4
Autore: la redazione
Titolo: Attacco alla libertà di espressione

L'Opinione (scaglionandole giornalmente), Libero e La Padania pubblicano tutte le vignette incriminate dal fondamentalismo islamico. Il direttore dell'Opinione, Arturo Diaconale, spiega così, in un passo del suo editoriale, la decisone:

La scelta di pubblicare le vignette dello scandalo nasce invece dalla
necessità di prendere una posizione chiara rispetto alle minacce provenienti
da paesi ed organizzazioni fondamentaliste che sono state rivolte ai
giornalisti danesi e allo stesso governo della Danimarca. Queste proteste e
queste minacce non sono solo il frutto di una indignazione che, al limite,
potrebbe anche essere comprensibile. Sono soprattutto l¹espressione di una
pretesa che non può in alcun caso essere accettata. Quella di condizionare
dall¹esterno l¹esercizio di una libertà garantita dallo stato di diritto. E,
quindi, quella di ridurre, attraverso l¹arma delle possibili ritorsioni
diplomatiche, economiche o, addirittura, fisiche, gli spazi di libertà della
società aperta, faticosamente conquistata in secoli e secoli di lotte.

Considerazioni che condividiamo, insieme a queste di Fiamma Nirenstein (da La Stampa, che oggi pubblica non una vignetta, ma una fotografia di una pagina di Die Welt che pubblica la vignetta :

viene spontanea una domanda: se è tanto insultante che il Profeta venga presentato vestito da terrorista, non lo è di più per l'Islam che tanti individui e organizzazioni insistano sulla santità di commettere atti di terrore in suo nome?

Già, perché i  musulmani che si presentano come moderati e però aderiscono auna campagna fondamentalista contro la libertà di espressione non sono mai scesi in piazza contro chi usa il Corano per giustificare orrende  stragi di civili, in Israele come in Iraq, in Europa o negli Stati Uniti?

Nettissimo Andrè Glucksmann che, in un'intervista rilasciata Domenico Quirico, dichiara

"Tutti i giornali dovrebbero pubblicare le caricature del quotidiano danese, quelli che non l'hanno fatto e che si proclamano laici in realtà sono dei vigliacchi. La vera empietà é sgozzare un ostaggio davanti a una cinepresa o farsi saltare in aria mormorando il nome di Maometto"

Magdi Allam sul Corriere della Sera spiega  perché la pretesa che la stessa rappresentazione della figura del Profeta sia un'offesa per l'Islam è falsa:

Qaradawi e i suoi Fratelli musulmani dovrebbero sapere che la raffigurazione del profeta è sempre avvenuta nel corso della storia islamica. Se proprio non lo sapessero, vadano nel sito degli islamici riformatori e liberali www.muslimwakeup.com e nel forum troveranno un link che rimanda a una voluminosa raccolti di ritratti su tela e in miniatura, nonché vignette satiriche sul profeta.
A parte ciò, anche qualora i musulmani non dovessero ritrarre il loro profeta, perché mai dovrebbe essere vietato a un non musulmano? Infine per quale ragione ai musulmani è ampiamente concesso ritrarre vignette offensive dei cristiani e degli ebrei, senza che sia stata proclamata alcuna «guerra santa» contro l'insieme dell'islam, mentre tutto il mondo sarebbe tenuto a un particolare riguardo nei confronti della sensibilità dei musulmani?

Informazione Corretta, che ha pubblicato  nella Home Page  una delle vignette "incriminate", condivide le considerazioni di questi editorialisti. Segnaliamo anche la pubblicazione di  tre vignette da parte del Corriere della Sera. Il TG 5 le ha mostrate nell'edizione delle 13 del 3 febbraio 2006. Nulla invece sul TG 1. Il Foglio e Il Giornale non hanno pubblicato le vignette. Il Foglio pubblicando in prima pagina una conservazionecon il giornalista di Le Figaro Alexander Adler, per il quale la pubblicazione sarebbe un'inutile provocazione che "giova al nemico", Giordano Bruno Guerri, sul Giornale, difende la libertà di espressione, ma dichiara anche lui che la pubblicazione sarebbe un'"inutile provocazione". L'Unità, curiosamente, non pubblica le vignette, ma un appello di Sergio Staino e Adriano Sofri affinché tutti i giornali le pubblichino. Il Manifesto, Liberazione, Europa e Avvenire non pubblicano le vignette. La Repubblica ne pubblica una, sotto la testata del quotidiano danese che l'ha pubblicata per primo. Furio Colombo dichiara ad Avvenire di essere contro le vignette... in nome del politicamente corretto.   

Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a scrivere alla redazione del giornale danese Jillands Posten esprimendo sostegno alla libertà di espressione. Cliccare sul link sottostante

 

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