Lo strano negoziato ipotizzato da Hamas
e un giornalismo ingenuo che non coglie l'ipocrisia del gruppo terroristico
Testata:
Data: 25/01/2006
Pagina: 5
Autore: la redazione
Titolo: Hamas apre a Israele
A pagina 5 di City del 24 gennaio 2006 la redazione riporta un articolo dal titolo: "Hamas apre a Israele "Negoziato possibile" Domani il voto"
 
GERUSALEMME - Uno dei leader del movimento islamico Hamas, lo sceicco Mahmud Al Zahar, ha ipotizzato la possibilità di un negoziato con Israele tramite intermediari. "Se Israele ha qualcosa da offrirci: come la fine degli attacchi, il suo ritiro, la liberazione dei detenuti". Al Zahar ha ricordato i contatti che i guerriglieri libanesi Hezbollah ebbero con Israele tramite un mediatore tedesco sulla liberazione di libanesi detenuti dallo Stato ebraico. Hamas, che potrebbe emergere dalle elezioni legislative palestinesi di domani come la prima o seconda forza politica palestinese, finora non ha riconosciuto l'esistenza dello Stato di Israele, ma non ha inserito la sua distruzione nel proprio programma elettorale. Secondo gli ultimi sondaggi del quotidiano Al Quds Fatah ha conquistato un vantaggio di ben 8 punti su Hamas (42% contro il 34%). Alle tre formazioni minori dovrebbe andare in totale il 19%. La Jihad islamica ha chiamato tutti al boicottaggio. (AGI, ANSA)
 
Lo sceicco, "leader" di un movimento terrorista pretenderebbe da Israele un'enorme quantità di concessioni, ma evidentemente senza nulla in cambio. Non parla infatti di cessazione del terrorismo, ma solo di un eventuale colloquio e neanche direttamente, ma attraverso mediatori. A nostro avviso questo non è la possibilità di un negoziato, né tanto meno un'apertura nei confronti di Israele, semmai forse un piccolo passo nella moderazione del linguaggio nei messaggi propagandistici (che poi sono fatti in inglese davanti ad un giornalista occidentale e, con l'esperienza di Arafat e complici, sappiamo bene quanto valore essi abbiano). In pratica un passo avanti verso l'ipocrisia del "ramo d'ulivo nella mano" inglese e il "kalashnikov nella mano" araba.
 
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