"Meglio Hamas che il caos"
l'opinione del docente universitario Gadi Taub
Testata: Corriere della Sera
Data: 24/01/2006
Pagina: 15
Autore: Elisabetta Rosaspina
Titolo: Ma un forte governo islamico per Israele è meglio del caos

Il Corriere della Sera di  martedì 24 gennaio 2006 pubblica un'interessante intervista di Elisabetta Rosaspina allo scrittore israeliano Gadi Taub.
Ecco il testo:

GERUSALEMME — C'è una parte di Israele che non tremerà, domani, se dalle urne palestinesi dovesse uscire un plebiscito per Hamas. E' la parte che la pensa come Gadi Taub, scrittore emergente e giovane professore di Comunicazione all'Università Ebraica di Gerusalemme. E' la parte pragmatica dell'opinione pubblica, quella che non si lascia impressionare dalla faccia truce dell'avversario, dal suo ringhio, dalle bande verdi sulla fronte, dai giuramenti di odio eterno: «Un governo forte guidato da Hamas è meglio che l'anarchia» dice e scrive Gadi Taub, 40 anni, saggista e novellista per ragazzi, collaboratore del quotidiano Maariv e, probabilmente, buon giocatore di scacchi: «Hamas come controparte è preferibile a nessuna controparte» conferma. E' questa la scelta che si prospetta?  «No. La prima opzione, la migliore di tutte, è che si formi un'Autorità palestinese solida e moderata, come Abu Mazen. Non sto dicendo che mi auguro che vinca Hamas, ma soltanto che c'è una terza possibilità: il caos, e con il caos l'autorità si disperde. E' lo scenario peggiore che io possa immaginare. Spero che i palestinesi non si ritrovino nella situazione toccata ai libanesi. Per il loro e per il nostro bene». D'accordo per il loro, ma perché per quello di Israele? «Lo so che Hamas è un'organizzazione antisemita, estremista e un valido supporto al terrorismo. So che non riconosce il diritto di Israele a esistere. Se prendesse il potere, continuerebbe a non riconoscerlo de jure, ma vi sarebbe costretta de facto. Non potrebbe comportarsi da opposizione e, nello stesso tempo, governare. Hamas, che sogna e dice di voler buttare tutti gli ebrei a mare, sarebbe obbligata a diventare più realistica e meno utopistica». «Questo sarebbe un guaio, perché riporterebbe all'anarchia, l'eventualità peggiore. Mentre io ipotizzo un governo forte, capace di controllare gli estremisti e di smantellare le organizzazioni militari clandestine, come fece David Ben Gurion alla fondazione dello Stato di Israele. Diceva giustamente Max Weber, il politologo, che lo Stato detiene il monopolio dell'uso legittimo della violenza. Se esistono eserciti privati, significa che non c'è lo Stato. E l'obiettivo principale è che i palestinesi abbiano il loro Stato». Se l'immagina un ministro di Hamas a colloquio con Tzipi Livni, ministro degli Esteri israeliano o qualunque altro suo omologo europeo o americano? «Questo sarebbe un problema loro. Ma se uomini di Hamas fossero al governo non potrebbero non riconoscere i loro interlocutori». «Israele si sta muovendo nella direzione più ragionevole. Abbiamo bisogno di un interlocutore forte, anche se non ci piace, per poter trattare».

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