Riprendiamo da LIBERO del 10/02/2024, a pag. 17, con il titolo "Quattro battaglioni di Hamas da eliminare", il redazionale di Libero.
Ci sono ancora quattro battaglioni di Hamas a Rafah. Per disintegrarli senza coinvolgere la popolazione civile il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato l’evacuazione della città nel sud della Striscia, dove sono ammassati centinaia di migliaia di sfollati palestinesi, prima dell’inizio della «massiccia operazione» militare. I vertici militari degli Stati Uniti sono stati informati, ma la Casa Bianca non approva il piano, l’Egitto ha alzato le protezioni al valico con la Striscia di Gaza e al confine con Israele per impedire il passaggio nel Sinai ed evitare di ritrovarsi i terroristi islamici sul territorio nazionale. Intanto il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, parla di «un pericoloso preludio all’attuazione della politica israeliana volta a sfollare il popolo palestinese dalla sua terra». Da Bruxelles non poteva mancare l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che già immagina «conseguenze catastrofiche» che aggraverebbero «la già disastrosa situazione umanitaria e l’insopportabile tributo di civili». Basterebbe liberare gli ostaggi israeliani e si creerebbero le condizioni per una tregua. Trattenerli invece equivale a farsi martellare dai raid aerei israeliani. Al Cairo continuano i colloqui e Israele ha detto ai mediatori egiziani e del Qatar che, pur respingendo la maggior parte delle richieste di Hamas, è ancora pronto ad avviare un negoziato sulla base dell’accordo di Parigi stipulato con Washington, Doha e Il Cairo. Le condizioni prevedevano una pausa umanitaria in tre fasi con 35-40 ostaggi israeliani, tra cui donne, uomini di età superiore ai 60 anni e persone con gravi condizioni mediche rilasciati durante la prima fase di sei settimane.
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