Venerdì 10 maggio, all’Assemblea Generale dell’ONU, si è consumato l’ennesimo abominio anti israeliano di un’organizzazione fallita sia moralmente che giuridicamente. Con schiacciante maggioranza (143 si contro 9 no mentre l’Italia si è astenuta) l’Assemblea Generale ha approvato una risoluzione che, contro ogni regola legale, oltre che morale, garantisce all’inesistente “Stato” di Palestina uno status di membro con la possibilità di partecipare al funzionamento dell’organizzazione mondiale, nonostante, non abbia il pieno titolo per farlo (manca l’assenso del Consiglio di Sicurezza). Questo cosa significa? Significa che tra qualche mese potremmo vedere un esponente di Hamas eletto in una commissione dei diritti umani o all’agenzia delle pari opportunità. Proprio così: mentre Israele e i suoi rappresentanti sono sempre esclusi, per volere dei paesi musulmani e dei loro alleati, da qualsiasi commissione, dal Consiglio di Sicurezza, dalla Corte di Giustizia Internazionale, dal Consiglio per i Diritti Umani o dall’UNESCO, si potrebbe invece assistere alla partecipazione di esponenti di Hamas ai forum decisionali dell’ONU.
Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024